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Vangelo del giorno dalle letture della Messa (Martedรฌ 6 Dicembre 2022) con commento comunitario

SAN NICOLA, VESCOVO โ€“ MEMORIA Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,12-14) In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:ยซChe cosa vi pare? Se un uomo ha โ€ฆ

Vangelo del giorno dalle letture della Messa (Martedรฌ 6 Dicembre 2022) con commento comunitario

SANTISSIMA TRINITA’

Nella vita di ogni uomo vi รจ un percorso graduale di conoscenza umana, intellettuale, spirituale. Se a 5 anni ci avessero insegnato gli algoritmi o le poesie di leopardi non avremmo capito nulla. Questo vale anche per il percorso spirituale .Gesรน non ha insegnato subito chi era Dio, ma รจ partito dalla vita di ogni giorno per spiegare la parola di Dio e poi attraverso i suoi insegnamenti, i suoi miracoli, la sua morte e risurrezione ha trasmesso agli apostoli e ai primi credenti una delle veritร  piรน grandi del nostro credo, che cioรจ Lui era il Figlio di Dio fatto uomo per salvarci. Cosi il mistero piรน grande della nostra fede, cioรจ che Dio รจ trinitร  di persone in un solo Dio, รจ stato rivelato e manifestato gradualmente da Gesรน, ma approfondito, ed elaborato dalla chiesa attraverso i secoli, grazie all’assistenza e alla guida continua dello Spirito Santo. Ecco perchรจ Gesรน dice nel vangelo di oggi :”: ยซMolte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando perรฒ verrร  lo Spirito di veritร , egli vi guiderร  alla veritร  tutta intera, perchรฉ non parlerร  da sรฉ, ma dirร  tutto ciรฒ che avrร  udito e vi annunzierร  le cose future.””Gv 16,12-15″

In questa domenica dedicata al mistero della Santissima Trinitร , vorrei condividere con voi solo un immagine che ci puo aiutare a comprendere e amare un pochino il nostro Dio . Dio non รจ un essere solitario, ma un Dio che รจ per essenza Amore Agapico, cioรจ incondizionato, vero, gratuito , infinito. Il Padre ama il Figlio, il Figlio Ama il Padre e l’Amore tra il Padre e il Figlio รจ l’Amore di Dio che si chiama Spirito Santo. Sono tre persone e un solo Dio, perchรจ insieme, amano, insieme creano, insieme salvano l’umanitร , insieme santificano.

L’immagine piรน vicina sulla terra alla Santissima Trinitร  รจ la famiglia, Quando l’amore รจ vero tra gli sposi e tra i genitori e il figlio , queste tre persone diventano una cosa sola pur essendo distinte, perchรจ si Amano e agiscono l’uno per il bene dell’altro . Nella fede รจ necessario usare mente, cuore e spirito per vivere ed entrare in questa comunione d’amore. Il centro della nostra fede รจ la Santissima Trinitร , non i santi ..I santi sono intercessori, amici e compagni di viaggio che ci aiutano ad amare Dio .Amiamo, e adoriamo il nostro Dio e vivremo giร  sulla terra un paradiso anticipato, con il cuore pieno di pace, ma soprattutto vivremo bene anche le nostre relazioni.

Dio vi benedica Buona domenica

Viva la Santissima Trinitร 

Nota processioni 2022

Diocesi di Tivoli e di Palestrina

UFFICIO LITURGICO DIOCESANO

Facendo seguito a quanto stabilito con il Vescovo, questo Ufficio si pregia di comunicare quanto segue.

Dato il miglioramento della condizione sanitaria Covid-19, รจ parso opportuno dare alle comunitร  la possibilitร  di riprendere gradualmente le processioni, visto lโ€™approssimarsi dei venerdรฌ di quaresima con il Pio esercizio della via Crucis, la Domenica delle Palme, il Venerdรฌ Santo dove, successivamente allโ€™Azione Liturgica di quel giorno segue la cosiddetta โ€œProcessione del Cristo Mortoโ€, le processioni mariane o di Santi che da dopo Pasqua si svolgono in molte delle nostre comunitร . Si raccomanda perรฒ di ascoltare il parere delle autoritร  civili competenti, cosรฌ come si raccomanda a tutti i partecipanti di indossare la mascherina seppur si รจ allโ€™aperto, e il distanziamento (ulteriore occasione per dare ordine alle processioni). รˆ opportuno, inoltre, rivedere eventualmente il percorso delle stesse processioni qualora risultasse troppo lungo. Infine, si ricorda a tutti i sacerdoti che siano loro insieme alle comunitร  parrocchiali ad organizzare tali atti pubblici di fede, e non associazioni, Comitati o Pro Loco. Le processioni sono momenti liturgici che manifestano la fede di una comunitร  cristiana. Si richiamano, quindi, brevemente alcuni punti del Direttorio su Pietร  Popolare e Liturgia al fine di aiutare tutti a vivere in maniera seria questi momenti. 

Dal Direttorio su Pietร  Popolare e Liturgia

della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti (2002)

ยซNella processione, espressione cultuale di carattere universale e di molteplice valenza religiosa e sociale, il rapporto tra Liturgia e pietร  popolare acquista particolare rilievo. La Chiesa, ispirandosi a modelli biblici (cfr. Es 14, 8-31; 2 Sam 6, 12-19; 1Cor 15, 25-16, 3), ha istituito alcune processioni liturgiche, le quali presentano una variegata tipologia.ยป (245)  

ยซDal punto di vista liturgico si dovranno orientare le processioni, anche quelle di carattere piรน popolare, verso la celebrazione della Liturgia: presentando il percorso da chiesa a chiesa come cammino della comunitร  vivente nel mondo verso la comunitร  che dimora nei cieli; provvedendo che sia svolta sotto la presidenza ecclesiastica, onde evitare manifestazioni irrispettose e degenerative; istituendo un momento di preghiera iniziale * in cui non manchi la proclamazione della Parola di Dio; valorizzando il canto, preferibilmente dei salmi e lโ€™apporto di strumenti musicali; suggerendo di portare in mano, durante il percorso, ceri e lampade accese; prevedendo delle soste, le quali, per il loro alternarsi ai tempi di marcia, danno lโ€™immagine stessa del cammino della vita; concludendo la processione con una preghiera dossologica a Dio, fonte di ogni santitร  e con la benedizione impartita dal Vescovo, dal presbitero o dal diaconoยป.

ยซ Dal punto di vista antropologico, si dovrร  evidenziare il significato della processione quale โ€œcammino compiuto assiemeโ€: coinvolti nello stesso clima di preghiera, uniti nel canto, volti allโ€™unica meta, i fedeli si scoprono solidali gli uni con gli altri, determinati a concretizzare nel cammino della vita gli impegni cristiani maturati nel percorsoยป (247).

Si suggerisce che, di norma e secondo le disposizioni liturgiche, nelle nostre Diocesi la processione (in particolare quelle mariane e quelle dei Santi) sia preceduta dalla celebrazione eucaristica, dalla cui fonte sgorga ogni altra azione cultuale e si vigili attentamente che i fedeli siano richiamati a partecipare attivamente alla celebrazione e, solo successivamente, alla processione, cosรฌ da instillare nel cuore dei fedeli il giusto orientamento della fede, anzitutto verso la presenza reale di Cristo e, solo poi, verso le devozioni popolari che hanno nel mistero di  Cristo il loro unico motivo di sussistenza.

Altri suggerimenti:

Il presbitero che presiede la processione puรฒ indossare il piviale del colore liturgico del giorno o del colore adatto al carattere liturgico della processione. Si curi che le vesti liturgiche indossate per la processione siano dignitose e indossate con riverenza. Si eviti lโ€™uso della casula per la processione, essendo quel paramento proprio della sola celebrazione eucaristica. 

Si informino le bande musicali che eventualmente dovessero prestare servizio durante la processione, di eseguire soltanto musica sacra, durante il percorso della stessa; a questa musica puรฒ essere associato il canto della comunitร  in cammino, con una voce guida, e con lโ€™utilizzo di un buon sistema di amplificazione. Le marce o la musica profana si utilizzino solo a processione conclusa e fuori da ogni condizione di preghiera.

Si invitino i portatori e i membri della confraternita che, anche se recano pesanti macchine processionali o strumenti devozionali, abbiano un contegno dignitoso nel percorso della processione, senza parlare a voce alta, senza disordine nel procedere, senza disorientare la preghiera del popolo e offrendo una testimonianza di fede anche nel loro servizio. Il Parroco puรฒ prevedere uno o piรน momenti organizzativi previ alla processione, durante i quale dare queste ed altre istruzioni opportune ai membri delle confraternite o ai responsabili delle associazioni legate alla processione ed offrire opportune catechesi.

Tivoli, 02/03/2022โ€‹โ€‹โ€‹โ€‹      don LudovicoBorzi e don Dario Giustini

Mercoledรฌ delle Ceneriโ€‹โ€‹โ€‹โ€‹โ€‹โ€‹Direttori ULD

omelia

Lโ€™evangelista Matteo รจ un grande teologo e probabilmente รจ lui lo scriba che, come ha detto Gesรน, dal suo tesoro tira fuori cose nuove e cose antiche. Nel presentare la figura di Giuseppe, il padre di Gesรน, con grande abilitร  lโ€™evangelista fonde in questo personaggio grandi liberatori della storia di Israele: Giuseppe, il figlio di Giacobbe, quello che era stato venduto dai fratelli, che salvรฒ la sua famiglia portandola in Egitto, e Mosรจ, il grande liberatore, che salvรฒ il suo popolo portandolo via dallโ€™Egitto.

Ma vediamo cosa ci scrive l’evangelista, al capitolo 2 del suo vangelo, dal versetto 13. โ€œEssi erano appena partitiโ€ – si tratta dei Magi – โ€œquando un angelo del Signoreโ€, ecco entra in azione lโ€™angelo del Signore: una formula che indica non un angelo inviato dal Signore, ma Dio stesso quando entra in comunicazione con gli uomini. In questo vangelo appare in tre momenti importanti: per annunziare la vita di Gesรน, per difenderla, come vediamo ora, dalle trame omicide del re Erode, e, al momento della risurrezione, per confermare che la vita,
quando viene da Dio, รจ indistruttibile.

โ€œQuando un angelo del Signore apparve in sogno Giuseppeโ€, ecco lโ€™evangelista parla dei sogni a Giuseppe come i sogni del patriarca, lโ€™uomo dei sogni, come รจ scritto nel libro della Genesi. โ€œE gli disse: ร lzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta lร  finchรฉ non ti avvertirรฒ. Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderloโ€. Perchรฉ questo? Erode era un re illegittimo, non aveva sangue giudaico nelle sue vene ed era ossessionato che qualcuno gli potesse toglierle il trono, al punto che arrivรฒ ad uccidere ben una decina dei familiari e addirittura tre figli, lโ€™ultimo dei quali qualche giorno prima di morire. Ma lโ€™evangelista, sotto la figura di Erode, vuole raffigurare quella del faraone che ordinรฒ la strage di tutti i bambini maschi del popolo ebraico e, per un intervento divino, si salvรฒ Mosรจ.

โ€œEgli si alzรฒ nella notteโ€ – come la notte di Pasqua, la notte della liberazione – โ€œprese il bambino e sua madre e si rifugiรฒ in Egittoโ€. Quindi, come Giuseppe il patriarca portรฒ la sua famiglia in salvo in Egitto, cosรฌ Giuseppe il padre di Gesรน. E continua lโ€™evangelista che โ€œMorto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disseโ€, e qui lโ€™evangelista non fa altro che prendere letteralmente la citazione dal libro dellโ€™Esodo, di quello che รจ scritto di Mosรจ, quando il Signore disse a Mosรจ in Madian – รจ il capitolo quarto del libro della Genesi – โ€œVa, torna in Egitto perchรฉ sono morti quanti insidiavano la tua vita. Mosรจ prese la moglie e i figli, li fece salire sullโ€™asino e tornรฒ nella terra dโ€™Egittoโ€. รˆ esattamente quello che lโ€™evangelista scrive ora โ€œLโ€™angelo del Signore disse: ร lzati, prendi con te il bambino e sua madre, va nella terra di Israeleโ€.

Nella terra di Israele ormai non ci dovrebbero essere problemi, forse, โ€œSono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino. Egli si alzรฒ, prese il bambino e sua madre ed entrรฒ nella terra di Israele. Ma quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelaoโ€, quando morรฌ Erode il Grande, la regione fu smembrata e divisa: ad Archelao toccรฒ in sorte la Giudea, la Samaria e lโ€™Idumea, a Erode Antipa, il re che poi vedrร  le gesta di Gesรน, la Galilea e la Perea; infine allโ€™altro figlio, a Filippo, tutta la parte a oriente e nord del lago.

โ€œArchelao regnava al posto di suo padre Erodeโ€, regnare al posto di suo padre significa che era un assassino come il padre; infatti Archelao iniziรฒ il suo regno con una strage di ben tremila ebrei, โ€œebbe paura di andarviโ€. Il potere รจ sempre assassino. Di fronte ai doni di Dio il potere risponde sempre con il terrore. โ€œAvvertito poi in sognoโ€ – di nuovo tornano i sogni di Giuseppe – โ€œsi ritirรฒโ€, e qui lโ€™evangelista incomincia a presentare la luce che splende nelle tenebre. Infatti โ€œsi ritirรฒ nella regione della Galileaโ€. Mentre la Giudea deve il nome a Giuda, uno dei patriarchi di Israele, questa regione al nord, al confine con i pagani, era talmente
disprezzata che il profeta Isaia, nel capitolo 8, volendo indicarla disse โ€œIl distretto dei gentiliโ€, cioรจ il distretto dei pagani. Distretto in ebraico si dice galรฎl (fonetico), da cui Galilea. Quindi una zona oscura, โ€œE andรฒ ad abitare in una cittร  chiamata Nazarethโ€. Mai citata nei testi della bibbia, non godeva di buon nome. Nel vangelo di Giovanni sappiamo la risposta scettica di Natanaele quando gli dicono che Gesรน viene da Nazareth e lui dice โ€œMa da Nazareth puรฒ venire qualcosa di buono?โ€. Quindi l’avventura di Gesรน nasce nel mondo oscuro, รจ la luce che splende nelle tenebre.

Lโ€™evangelista Matteo รจ un grande teologo e probabilmente รจ lui lo scriba che, come ha detto Gesรน, dal suo tesoro tira fuori cose nuove e cose antiche. Nel presentare la figura di Giuseppe, il padre di Gesรน, con grande abilitร  lโ€™evangelista fonde in questo personaggio grandi liberatori della storia di Israele: Giuseppe, il figlio di Giacobbe, quello che era stato venduto dai fratelli, che salvรฒ la sua famiglia portandola in Egitto, e Mosรจ, il grande liberatore, che salvรฒ il suo popolo portandolo via dallโ€™Egitto.

Ma vediamo cosa ci scrive l’evangelista, al capitolo 2 del suo vangelo, dal versetto 13. โ€œEssi erano appena partitiโ€ – si tratta dei Magi – โ€œquando un angelo del Signoreโ€, ecco entra in azione lโ€™angelo del Signore: una formula che indica non un angelo inviato dal Signore, ma Dio stesso quando entra in comunicazione con gli uomini. In questo vangelo appare in tre momenti importanti: per annunziare la vita di Gesรน, per difenderla, come vediamo ora, dalle trame omicide del re Erode, e, al momento della risurrezione, per confermare che la vita,
quando viene da Dio, รจ indistruttibile.

โ€œQuando un angelo del Signore apparve in sogno Giuseppeโ€, ecco lโ€™evangelista parla dei sogni a Giuseppe come i sogni del patriarca, lโ€™uomo dei sogni, come รจ scritto nel libro della Genesi. โ€œE gli disse: ร lzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta lร  finchรฉ non ti avvertirรฒ. Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderloโ€. Perchรฉ questo? Erode era un re illegittimo, non aveva sangue giudaico nelle sue vene ed era ossessionato che qualcuno gli potesse toglierle il trono, al punto che arrivรฒ ad uccidere ben una decina dei familiari e addirittura tre figli, lโ€™ultimo dei quali qualche giorno prima di morire. Ma lโ€™evangelista, sotto la figura di Erode, vuole raffigurare quella del faraone che ordinรฒ la strage di tutti i bambini maschi del popolo ebraico e, per un intervento divino, si salvรฒ Mosรจ.

โ€œEgli si alzรฒ nella notteโ€ – come la notte di Pasqua, la notte della liberazione – โ€œprese il bambino e sua madre e si rifugiรฒ in Egittoโ€. Quindi, come Giuseppe il patriarca portรฒ la sua famiglia in salvo in Egitto, cosรฌ Giuseppe il padre di Gesรน. E continua lโ€™evangelista che โ€œMorto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disseโ€, e qui lโ€™evangelista non fa altro che prendere letteralmente la citazione dal libro dellโ€™Esodo, di quello che รจ scritto di Mosรจ, quando il Signore disse a Mosรจ in Madian – รจ il capitolo quarto del libro della Genesi – โ€œVa, torna in Egitto perchรฉ sono morti quanti insidiavano la tua vita. Mosรจ prese la moglie e i figli, li fece salire sullโ€™asino e tornรฒ nella terra dโ€™Egittoโ€. รˆ esattamente quello che lโ€™evangelista scrive ora โ€œLโ€™angelo del Signore disse: ร lzati, prendi con te il bambino e sua madre, va nella terra di Israeleโ€.

Nella terra di Israele ormai non ci dovrebbero essere problemi, forse, โ€œSono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino. Egli si alzรฒ, prese il bambino e sua madre ed entrรฒ nella terra di Israele. Ma quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelaoโ€, quando morรฌ Erode il Grande, la regione fu smembrata e divisa: ad Archelao toccรฒ in sorte la Giudea, la Samaria e lโ€™Idumea, a Erode Antipa, il re che poi vedrร  le gesta di Gesรน, la Galilea e la Perea; infine allโ€™altro figlio, a Filippo, tutta la parte a oriente e nord del lago.

โ€œArchelao regnava al posto di suo padre Erodeโ€, regnare al posto di suo padre significa che era un assassino come il padre; infatti Archelao iniziรฒ il suo regno con una strage di ben tremila ebrei, โ€œebbe paura di andarviโ€. Il potere รจ sempre assassino. Di fronte ai doni di Dio il potere risponde sempre con il terrore. โ€œAvvertito poi in sognoโ€ – di nuovo tornano i sogni di Giuseppe – โ€œsi ritirรฒโ€, e qui lโ€™evangelista incomincia a presentare la luce che splende nelle tenebre. Infatti โ€œsi ritirรฒ nella regione della Galileaโ€. Mentre la Giudea deve il nome a Giuda, uno dei patriarchi di Israele, questa regione al nord, al confine con i pagani, era talmente
disprezzata che il profeta Isaia, nel capitolo 8, volendo indicarla disse โ€œIl distretto dei gentiliโ€, cioรจ il distretto dei pagani. Distretto in ebraico si dice galรฎl (fonetico), da cui Galilea. Quindi una zona oscura, โ€œE andรฒ ad abitare in una cittร  chiamata Nazarethโ€. Mai citata nei testi della bibbia, non godeva di buon nome. Nel vangelo di Giovanni sappiamo la risposta scettica di Natanaele quando gli dicono che Gesรน viene da Nazareth e lui dice โ€œMa da Nazareth puรฒ venire qualcosa di buono?โ€. Quindi l’avventura di Gesรน nasce nel mondo oscuro, รจ la luce che splende nelle tenebre.

โ€œPerchรฉ si compisse ciรฒ che era stato detto per mezzo dei profetiโ€ – e qui si vede la grande abilitร  di Matteo, il grande scriba, il grande teologo – โ€œsarร  chiamato Nazarenoโ€. Letteralmente lโ€™evangelista scrive Nazoreo (fonetico) perchรฉ fonde tre termini diversi: uno, il primo, รจ neser (fonetico), che significa โ€œil virgultoโ€, e viene preso dal capitolo 11 del profeta Isaia, nella profezia โ€œUn virgulto spunterร  dalle sue radiciโ€, dalle radici del padre di Davide; lโ€™altro รจ il termine nazir (fonetico), che significa โ€œconsacratoโ€, lโ€™uomo che vive per Dio, e infine naturalmente il nome di Nazareth. Quindi questa pagina รจ un grande capolavoro di letteratura, di teologia e di spiritualitร  e il significato รจ: Dio sta sempre a fianco del suo popolo e Dio sempre susciterร  nuovi liberatori della sua famiglia

Natale 2017

Comunicazione per la catechesi โ„๏ธโ›ช๏ธโ„๏ธ๐Ÿ’ซ

Domenica 24 dicembre come ogni domenica il catechismo ci sarร  …ci vediamo alle 10.15 per fare la catechesi con tutti i gruppi …Natalino insieme๐ŸŽ„๐ŸŽŠโ„๏ธโ›ช๏ธโ„๏ธ๐ŸŽŠ๐Ÿ’ซ

apertura dell’anno pastorale

PARROCCHIA SANTA MARIA e SAN BIAGIO

VIA DELLE TORRI n.16

SANTโ€™ANGELO ROMANO 00010 Rm.

TEL. 0774420380

E-MAIL: parr.sangelorum@alice.it

 

 

 

 

 

Don Adrian, Consiglio Pastorale

 

 

 

 

Anche questโ€™anno iniziamo il nostro percorso pastorale presentandovi il calendario pastorale e insieme ad esso sollecita la vostra partecipazione alla vita della parrocchia e alla sua organizzazione.

 

La Chiesa la societร . in questo momento guardano con attenzione, a tutti i segni di speranza che il Signore ci invita, per assicurarci che Lui non ci ha abbandonati, ma ci segue con amore anche in questi tempi inquietante di sofferenza รจ tanto odio, che circondano le nostre case, e aggrediscono i nostri ideali piรน belli.

Senzโ€™altro la parrocchia รจ riconosciuta, ovunque, come segno di speranza e ci invita ad avere fiducia sempre e comunque nel Signore e presentare tutte le nostre opere come dono della provvidenza di Dio.

Non lasciamoci dunque sopraffare da sentimenti di scoraggiamento e di sconfitta, raccogliamo quelle croci che attraversano la nostra vita come occasione di purificazione e motivo di incontro con Cristo, che ancora oggi, attraverso il mondo, con una croce non piรน strumento di morte ma di salvezza.

La preghiera comunitaria fatta in parrocchia frequentemente, sia lโ€™anima e il segno distintivo di questa nostra speranza.

La vergine Maria possa essere dovunque la stella del mattino, che sorge nei momenti di difficoltร  per assicurarci la protezione allโ€™intervento divino.

La gioia e lโ€™abbraccio benedicente di San Biagio, Santa Liberata, il nostro arcangelo Michele ci accompagnino nella vita quotidiana, nella certezza che uno puรฒ dire, che Dio รจ con me.

Il Signore ci dia la sua pace e la sua benedizione.

Come sempre il nostro ringraziamento.

 

 

Ossequio a tutti voi.

Il Parroco Don Adrian e il consiglio pastorale

 

 

,

PARROCCHIA DI SANTA MARIA E SAN BIAGIO

ISCRIZIONE ALLโ€™ANNO CATECHISTICO _______________________

 

IO _________________________________________

GENITORE DEL BAMBINO/A O RAGAZZO/A

NATO/A A __________________________________IL ________________________________

RESIDENTE IN VIA/PIAZZA ________________________________________________________

TEL.____________________________________CELL._____________________________________

CHIEDO

CHE MIO/A FIGLIO/A VENGA ISCRITTO AL CATECHISMO PARROCCHIALE PER Lโ€™ANNO ____________NEL GRUPPO _____________________________E Mโ€™IMPEGNO AFFINCHรˆ LA SUA PRESENZA SIA ASSIDUA, AL CATECHISMO E ALLA MESSA DOMENICALE.

INOLTRE

DICHIARO CHE SOTTO LA MIA PERSONALE RESPONSABILITร€ MIO/A FIGLIO/A AL TERMINE DI OGNI INCONTRO DI CATECHISMO PUร“:

TORNARE A CASA DA SOLO/A

SARร€ ATTESO/A ALLโ€™USCITA DEL LOCALE DELLโ€™ORATORIO DA ME O DA PERSONA DI MIA FIDUCIA

ย 

DICHIARO CHE SOTTO MIA TOTALE RESPONSABILITร€ MIO/A FIGLIO/A PUร“ USCIRE DAI LOCALI DELLโ€™ORATORIO INSIEME ALLE CATECHISTE PER TUTTE LE ATTIVITร€ DA SVOLGERE FUORI DALLA PARROCCHIA.

PERTANTO

LIBERO DA OGNI RESPONSABILITร€ DI QUALSIASI NATURA E GENERE, IL PARROCO E LE CATECHISTE DI SANTโ€™ANGELO ROMANO NEI CONFRONTI DI MIO/A FIGLIO/A UNA VOLTA USCITO DAI LOCALI PARROCCHIALI IN POI.

ย 

SUGGERIMENTI O NOTE:

 

IL BAMBINO/A O RAGAZZO/A HA PROBLEMI SANITARI IMPORTANTI?ย ย  ย SIย ย ย ย ย ย ย ย  ย ย ย ย ย ย ย ย NO

SE รˆ SI SPECIFICARE ________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________.

 

รˆ PREVISTO UN CONTRIBUTO DI โ‚ฌ 10, PER LE NECCESSITA DELLA PARROCCHIA AL MOMENTO DELLโ€™ISCRIZIONE.

 

 

Data ____________________________

 

 

Firma di un genitore

 

__________________________________

OMELIE โ€ฆ.

Era stata una giornata molto impegnativa. Quella cena con Etan era il coronamento di mesi di duro lavoro. La campagna pubblicitaria era piaciuta al Cliente che si era convinto a firmare per altri quattro anni di partnership. Si trattava di un grosso Cliente e di una campagna da migliaia e migliaia di dollari. La promozioneย [โ€ฆ]

via Il ritorno a casa โ€” Briciolanellatte Weblog

SCHEMA GENERALE PER Lโ€™ESAME DI COSCIENZA

SCHEMA GENERALE PER Lโ€™ESAME DI COSCIENZA

1. Mi accosto al Sacramento della Penitenza per un sincero desiderio di puri cazione, di conversione, di rinnovamento di vita e di piuฬ€ intima amicizia con Dio, o lo considero piuttosto come un peso, che solo rara- mente sono disposto ad addossarmi?

2. Ho dimenticato o, di proposito, ho taciuto peccati gravi nella confes- sione precedente o nelle confessioni passate?

3. Ho soddisfatto alla penitenza che mi eฬ€ stata imposta? Ho riparato i torti da me compiuti? Ho cercato di mettere in pratica i propositi fatti per emendare la mia vita secondo il Vangelo?

Alla luce della parola di Dio, ognuno esamini se stesso.

I. Il Signore dice: ยซAmerai il Signore Dio tuo con tutto il cuoreยป.

1. Il mio cuore eฬ€ davvero orientato a Dio; posso dire di amarlo davvero sopra tutte le cose e con amore di glio, nell’osservanza fedele dei suoi co- mandamenti? Mi lascio troppo assorbire dalle cose temporali? Eฬ€ sempre retta la mia intenzione nell’agire?

2. Eฬ€ salda la mia fede in Dio, che nel Figlio suo ha rivolto a noi la sua parola? Ho dato la mia piena adesione alla dottrina della Chiesa? Ho avuto a cuore la mia formazione cristiana, ascoltando la parola di Dio, parte- cipando alla catechesi, evitando tutto cioฬ€ che puoฬ€ insidiare la fede? Ho professato sempre con coraggio e senza timore la mia fede in Dio e nella Chiesa? Ho tenuto a dimostrarmi cristiano nella vita privata e pubblica?

3. Ho pregato al mattino e alla sera? E la mia preghiera eฬ€ un vero collo- quio cuore a cuore con Dio, o eฬ€ solo una vuota pratica esteriore? Ho sapu- to o rire a Dio le mie occupazioni, le mie gioie e i miei dolori? Ricorro a lui con ducia anche nelle tentazioni?

4. Ho riverenza e amore verso il nome santo di Dio, o l’ho o eso con la bestemmia, col falso giuramento, col nominarlo invano? Sono stato irri- verente verso la Madonna e i Santi?

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5. Santi co il giorno del Signore e le feste della Chiesa, prendendo parte con partecipazione attiva, attenta e pia alle celebrazioni liturgiche, e spe- cialmente alla Santa Messa? Ho evitato di esercitare lavoro non necessario nei giorni festivi? Ho osservato il precetto della confessione almeno an- nuale e della comunione pasquale?

6. Ci sono per me ยซaltri deiยป, cioeฬ€ espressioni o cose delle quali mi inte- resso o nelle quali ripongo ducia piuฬ€ che in Dio, per es.: ricchezza, super- stizioni, spiritismo e altre forme di magia?

II. Il Signore dice: ยซAmatevi gli uni gli altri, come io ho amato voiยป.

1. Amo davvero il mio prossimo, oppure abuso dei miei fratelli, serven- domi di loro per i miei interessi e riservando ad essi un trattamento che non vorrei fosse usato nei miei confronti? Ho dato scandalo con le mie parole o le mie azioni?

2. Nella mia famiglia, ho contribuito con pazienza e con vero amore al bene e alla serenitaฬ€ degli altri?

Per i singoli componenti della famiglia:

โ€“ Per i gli. Sono stato obbediente ai genitori, li ho rispettati e onorati? Ho prestato loro aiuto nelle necessitaฬ€ spirituali e materiali? Mi sono im- pegnato nella scuola? Ho rispettato le autoritaฬ€? Ho dato buon esempio in ogni situazione?

โ€“ Per i genitori. Mi sono preoccupato dell’educazione cristiana dei gli? Ho dato loro buon esempio? Li ho sostenuti e diretti con la mia autoritaฬ€?

โ€“ Per i coniugi. Sono stato sempre fedele negli a etti e nelle azioni? Ho avuto comprensione nei momenti di inquietudine?

3. So dare del mio, senza gretto egoismo, a chi eฬ€ piuฬ€ povero di me? Per quanto dipende da me, difendo gli oppressi e aiuto i bisognosi? Oppure tratto con su cienza o con durezza il mio prossimo, specialmente i pove- ri, i deboli, i vecchi, gli emarginati, gli immigrati?

4. Mi rendo conto della missione che mi eฬ€ stata a data? Ho partecipato alle opere di apostolato e di caritaฬ€ della Chiesa, alle iniziative e alla vita della parrocchia? Ho pregato e o erto il mio contributo per le necessitaฬ€

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della Chiesa e del mondo, per es. per l’unitaฬ€ della Chiesa, per l’evangeliz- zazione dei popoli, per l’instaurazione della giustizia e della pace?

5. Ho a cuore il bene e la prosperitaฬ€ della comunitaฬ€ umana in cui vivo o mi curo soltanto dei miei interessi personali? Partecipo, per quanto posso, alle iniziative che promuovono la giustizia, la pubblica moralitaฬ€, la con- cordia, le opere di bene cenza? Ho compiuto i miei doveri civili? Ho pa- gato regolarmente le tasse?

6. Sono giusto, impegnato, onesto nel lavoro, volenteroso di prestare il mio servizio per il bene comune? Ho dato la giusta mercede agli operai e a tutti i sottoposti? Ho osservato i contratti e tenuto fede alle promesse?

7. Ho prestato alle legittime autoritaฬ€ l’obbedienza e il rispetto dovuti?

8. Se ho qualche incarico o svolgo mansioni direttive, bado solo al mio tornaconto o mi impegno per il bene degli altri, in spirito di servizio?

9. Ho praticato la veritaฬ€ e la fedeltaฬ€, oppure ho arrecato del male al pros- simo con menzogne, calunnie, detrazioni, giudizi temerari, violazione di segreti?

10. Ho attentato alla vita e all’integritaฬ€ sica del prossimo, ne ho o eso l’onore, ne ho danneggiato i beni? Ho procurato o consigliato l’aborto? Ho taciuto in situazioni dove potevo incoraggiare al bene? Nella vita matri- moniale sono rispettoso dellโ€™insegnamento della Chiesa circa lโ€™apertura alla vita e al rispetto di essa? Ho agito contro la mia integritaฬ€ sica (ad es.: sterilizazzione)? Sono stato sempre fedele anche con la mente? Ho serbato odio? Sono stato rissoso? Ho pronunziato insulti e parole o ensive, fo- mentando screzi e rancori? Ho colpevolmente ed egoisticamente omesso di testimoniare l’innocenza del prossimo? Guidando la macchina o utiliz- zando altri mezzi di trasporto ho esposto al pericolo la mia vita o quella degli altri?

11. Ho rubato? Ho ingiustamente desiderato la roba d’altri? Ho danneg- giato il prossimo nei suoi averi? Ho restituito quanto ho sottratto e ho riparato i danni arrecati?

12. Se ho ricevuto dei torti, mi sono dimostrato disposto alla riconcilia- zione e al perdono per amore di Cristo, o serbo in cuore odio e desiderio di vendetta?

25

III. Cristo Signore dice: ยซSiate perfetti come il Padreยป.

1. Qual eฬ€ l’orientamento fondamentale della mia vita? Mi faccio animo con la speranza della vita eterna? Ho cercato di ravvivare la mia vita spi- rituale con la preghiera, la lettura e la meditazione della parola di Dio, la partecipazione ai sacramenti? Ho praticato la morti cazione? Sono stato pronto e deciso a stroncare i vizi, a soggiogare le passioni e le inclinazio- ni perverse? Ho reagito ai motivi di invidia, ho dominato la gola? Sono stato presuntuoso e superbo; ho preteso di a ermare tanto me stesso, da disprezzare gli altri e preferirmi ad essi? Ho imposto agli altri la mia vo- lontaฬ€, conculcando la loro libertaฬ€ e trascurando i loro diritti?

2. Che uso ho fatto del tempo, delle forze, dei doni ricevuti da Dio come i ยซtalenti del vangeloยป? Mi servo di tutti questi mezzi per crescere ogni giorno di piuฬ€ nella perfezione della vita spirituale e nel servizio del pros- simo? Sono stato inerte e pigro? Come utilizzo internet e altri mezzi di comunicazione sociale?

3. Ho sopportato con pazienza, in spirito di fede, i dolori e le prove della vita? Come ho cercato di praticare la morti cazione, per compiere quello che manca alla passione di Cristo? Ho osservato la legge del digiuno e dell’astinenza?

4. Ho conservato puro e casto il mio corpo, nel mio stato di vita, pen- sando che eฬ€ tempio dello Spirito Santo, destinato alla risurrezione e alla gloria? Ho custodito i miei sensi e ho evitato di sporcarmi nello spirito e nel corpo con pensieri e desideri cattivi, con parole e con azioni indegne? Mi sono permesso letture, discorsi, spettacoli, divertimenti in contrasto con l’onestaฬ€ umana e cristiana? Sono stato di scandalo agli altri con il mio comportamento?

  1. Ho agito contro coscienza, per timore o per ipocrisia?
  2. Ho cercato di comportarmi in tutto e sempre nella vera libertaฬ€ dei gli

di Dio e secondo la legge dello Spirito, o mi sono lasciato asservire dalle mie passioni?

7. Ho omesso un bene che era per me possibile realizzare?

Omelie Domenicali …

https://youtu.be/J5XEm1AfmOg

Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde

La parola del Signore che ci invitava, domenica scorsa, a perseverare nella preghiera – Dio ascolterร  coloro che perseverano nella loro preghiera – risuona ancora alle nostre orecchie mentre il testo evangelico di oggi completa lโ€™insegnamento sulla preghiera: bisogna certamente pregare, e pregare con insistenza. Ma questo non basta, bisogna pregare sempre di piรน. E il primo ornamento della preghiera รจ la qualitร  dellโ€™umiltร : essere convinti della propria povertร , della propria imperfezione e indegnitร . Dio, come ci ricorda la lettura del Siracide, ascolta la preghiera del povero, soprattutto del povero di spirito, cioรจ di colui che sa e si dichiara senza qualitร , come il pubblicano della parabola.
La preghiera del pubblicano, che Gesรน approva, non parte dai suoi meriti, nรฉ dalla sua perfezione (di cui nega lโ€™esistenza), ma dalla giustizia salvatrice di Dio, che, nel suo amore, puรฒ compensare la mancanza di meriti personali: ed รจ questa giustizia divina che ottiene al pubblicano, senza meriti allโ€™attivo, di rientrare a casa โ€œdiventato giustoโ€, โ€œgiustificatoโ€.

Cristo si definisce di fronte ad un mondo diviso in due: quello degli oppressori senza Dio e senza cuore, e quello degli oppressi senza protezione. Egli scopre un peccato: il peccato sociale, piรน forte che mai, antico quanto lโ€™uomo; ed egli lo analizza in profonditร  nellโ€™ingenuitร  di una parabola dalla quale trae un duplice insegnamento. Quello del clamore che sale verso Dio gridando lโ€™ingiustizia irritante in una preghiera fiduciosa e senza risentimento, tenacemente serena e senza scoraggiamenti, con la sicurezza che verrร  ascoltata da un giudice che diventa il Padre degli orfani e il consolatore delle vedove. Dโ€™altro canto, Gesรน stesso prende posizione, rivoltandosi come una forza trasformatrice dellโ€™uomo su questa terra deserta di ogni pietร , per mezzo della risposta personale della sua propria sofferenza, agonizzante, in un giudizio vergognoso, senza difesa e senza colpa. Neanche lui viene ascoltato, ma si abbandona ciecamente a suo Padre, dalla sua croce, che ottiene per tutti la liberazione. La sua unica forza viene dal potere di una accettazione, certa, ma profetica, denunciante. Ci chiede, dalla sua croce: quando ritornerรฒ a voi troverรฒ tutta questa fede, che prega nella rivolta?

stud. giorgia

Qualโ€™ รจ secondo te, la base biblica della fede della Chiesa in Dio uno e trino?

Qual รจ la base biblica della fede in Gesรน vero Dio e vero uomo o Figlio di Dio fatto uomo?

รˆ estremamente importante quando leggiamo la Bibbia, capire il senso delle parole secondo quello che Dio intende. Ogni parola infatti puรฒ avere piรน significati; similmente la parola fede, nella Bibbia vuol dire una cosa, ma nella societร  di oggi ne vuol dire unโ€™altra.

Nella Bibbia avere fede in Dio vuol dire accogliere veramente Dio nella propria vita come Signore e Sovrano confidando il Lui in tutto. Diversamente nel mondo di oggi, si pensa che credere in Dio significhi accettare intellettualmente delle veritร  intorno a Lui, pur senza seguirLo totalmente.

Dobbiamo ricordare perรฒ che Dio รจ molto rigido nel dichiarare che non esiste veritร  al di fuori della veritร  che Lui ha dichiarato nella Bibbia. Gesรน Cristo afferma che รจ impossibile arrivare al Padre se non per mezzo di Lui.

Allora per poter capire qual รจ la vera fede della Chiesa, dobbiamo riuscire ad ascoltare attentamente quello che dichiara la Bibbia, non quello che dichiarano gli uomini.

Dio ha guidato gli autori della Bibbia ad usare questa parola โ€œekklesiaโ€, per indicare lโ€™assemblea di coloro che hanno veramente ricevuto la salvezza per mezzo della fede in Gesรน Cristo.

Secondo la Bibbia, Cristo รจ il capo della Chiesa. Perciรฒ chi รจ veramente membro della Chiesa segue Cristo come capo, perchรฉ Egli รจ: il Figlio di Dio, ma che significa questa proclamazione che รจ il nucleo della fede e dellโ€™annuncio cristiano.

Nei loro scritti, gli Apostoli e gli Evangelisti enunciano e illustrano questo mistero perchรฉ ogni uomo a cui giunge il Vangelo possa accogliere Gesรน come il Signore e il Salvatore della propria vita: essi insegnano che Gesรน รจ il Verbo che era presso Dio fin da Principio, e che รจ Dio; per mezzo di Lui รจ stato creato tutto ciรฒ che esiste, perchรฉ in Lui รจ la vita (cfr. Gv 1,1-4).

Ebbene questo verbo si รจ fatto uomo ed รจ venuto ad abitare in mezzo a noi (cfr. Gv 1,14), abbracciando cosรฌ la nostra condizione di natura decaduta: infatti Egli ยซnon considerรฒ un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliรฒ sรจ stesso, assumendo la condizione di servo e diventando simile agli uominiยป (Fil. 2,6-7).

La testimonianza degli apostoli รจ dunque il fondamento della fede della Chiesa. Essi ci hanno trasmesso le sue parole e i suoi gesti, e la loro conoscenza di Lui. Lo hanno sentito affermare: ยซ quando avrete innalzato (sulla croce) il Figlio dellโ€™uomo, allora saprete che lo sonoยป (Gv 8,28), usando cosรฌ una formula che riproduce lโ€™indicibile nome di Dio, Jahvรจ (= Io sono Colui Che Sono)(Gn 3,14); lo hanno sentito uguagliarsi a Dio Padre, dicendo ยซIo e il Padre siamo una cosa solaยป (Gv 10,30); sanno che prima di essere in questo mondo, Egli preesisteva nellโ€™eternitร , come ha detto nel congedarsi da loro: ยซSono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio il mondo e torno al Padreยป (Gv 16,28); hanno assistito meravigliati al suo insegnamento, nel quale Egli โ€œcorreggeโ€ i precetti dellโ€™Antica Alleanza ยซAvete inteso che fu detto agli antichi โ€ฆ ma io vi dico โ€ฆยป (Mt 5,21.27.33.38.43) e ne da uno nuovo (Gv 13,34); essi, sono testimoni dei grandi miracoli e segni con cui Dio lo ha accreditato presso gli uomini come Figlio suo (cfr. At 2,22), il piรน eloquente dei quali รจ la sua stessa risurrezione da morte.

Con altrettanta certezza sanno che il Figlio di Dio si รจ fatto veramente uomo: Egli nasce da una donna (cfr. Gal 4,4) e da essa riceve una natura umana come la nostra; compie lโ€™itinerario dellโ€™infanzia secondo le prescrizioni della legge e dei costumi del suo tempo come ogni israelita (Lc 2,21-52); il suo corpo prova la fame (cfr. Mt 4,2), la sete e la stanchezza (cfr. Gv 4,6-7) come ogni uomo; la sua anima vive tutta la gamma delle emozioni: gioiose (cfr. Lc 10,21) e si rattrista (cfr. Gv 11,35), la meraviglia (cfr. Mc 6,6) e lo sdegno (cfr. Mt 21,12), la tenerezza (cfr. Mc 10,13) e la rabbia (cfr. Lc 12,37 e ss.); infine sperimenta il dolore fisico e spirituale della morte.

Per concludere io penso che per capire veramente fino infondo questo mistero di fede, ciรฒ di cui abbiamo bisogno รจ che si realizzi anche per noi e per ogni uomo la promessa del profeta Isaia: ยซla Vergine concepirร  un Figlio che sarร  chiamato โ€œEmmanueleโ€, che significa: Dio-con-noiยป (Is 7,14 in Mt 1,23).

articolo scritto dalla catechista

Giorgia benedetti

RITROVARTI DOPO ESSERSI SMARRITI

รˆ cosรฌ facile smarrire le tue vie nella vita concreta, Signore.

Lasciare spazio alle asperitร  del nostro carattereย quando familiari e amici, o semplici sconosciutiย rivendicano la loro presenza e le loro esigenze, chiedono attenzione e considerazione, vorrebbero essere trattati come trattiamo noi stessi.

Seguire le richieste e le istanze del mondo professionale e sociale,ย senza chiedersi se sono giuste e corrette, secondo le tue Parole, senza immaginare se i nostri comportamenti di fronte ai clientiย sarebbero identici ci fosse al loro posto nostra madre.

Rinchiudersi nel proprio mondo tranquillo,ย tenere fuori dalla porta le domande degli estranei, inscatolare nel televisore o nelle rivisteย i giusti appelli alla giustizia e alla dignitร 
provenienti dalle varie parti dellโ€™unico mondo.

Seminare la zizzania delle mormorazioni, i giudizi taglienti e senza contraddittorio,
le invenzioni che nascono dal โ€œsi diceโ€ e diventano calunnie, uccidendo la dignitร  e il bene che avrebbero costruito quelle persone.

Far crescere dentro di sรฉ il risentimento, lโ€™invidia, la superbia,ย senza riuscire a guardarsi allo specchio alla ricerca della veritร ,ย che รจ sempre riconoscere la propria condizione di creatura,ย i cui meriti sono spesso legati alle possibilitร  ricevute come donoย dal proprio contesto, dalla propria storia, dalla propria vita.

Perdere di vista la meta finale dellโ€™incontro con te,ย senza dedicarti il tempo per far crescere la nostra relazione,ย senza considerarti parametro ultimo di vita,ย senza riconoscerti semplicemente Padre,ย e accogliere la tua infinita tenerezza con gratitudine e gioia.

I volti della Misericordia

Di fronte al meraviglioso annuncio della Misericordia di Dio, tante volte ribadito in questo Anno Santo straordinario, oggi come sempre dobbiamo sconfiggere alcune tentazioni.
La prima รจ quella di non crederci: cโ€™รจ chi รจ piรน propenso a immaginare Dio come giustiziere e vendicatore, nello spirito di alcuni passi dellโ€™Antico Testamento. Chi ha il cuore duro rischia di rendere la propria vita un inferno, oltre a contribuire a distruggere quella degli altri. Gesรน ribadisce che per Dio ciascuno รจ prezioso, tanto da cercarlo senza sosta e facendo festa quando lo ritrova. Chi ama รจ disposto a capire ciรฒ che ha fuorviato lโ€™amato; cosรฌ diventa possibile il perdono.
La seconda tentazione รจ quella di sentirsi a posto. Qualcuno รจ persino infastidito dalla misericordia, bollandola come eccessiva indulgenza o inutile โ€œbuonismoโ€. Semplicemente ritiene di essere perfetto cosรฌ comโ€™รจ, a differenza di tante altre persone dove trova immediatamente travi e pagliuzze. Sappiamo bene che anche il migliore uomo del mondo รจ imperfetto e peccatore, se si esamina alla luce del Vangelo, se considera la pienezza dellโ€™amore come meta. Tutti dobbiamo riconoscere che non basterร  la vita intera a imparare ad amare. Tutti abbiamo bisogno di convertirci, facendo passi avanti nel cammino.
La terza tentazione รจ quella di bearci nella culla della misericordia ricevuta, senza farla diventare il nostro metro di giudizio e di relazione. Non essere ยซmisericordiosi come il Padre nostro che รจ nei cieliยป. Non accogliere chi implora considerazione e perdono. O, al contrario del buon pastore evangelico, non andare a cercare chi si รจ smarrito.
Ogni comunitร  ha tanta strada da fare sulla via della Misericordia.

FARSI RICCHI PRESSO DIO

Quanto amo la ricchezza, Signore!
Amo il benessere, il divertimento, il consumismo.
Cโ€™รจ sempre un’ultima generazione di prodotti da dover possedere.
Sono nato in questo mondo opulento e ovattato,
in questo tempo in cui tanti desideri sono a portata di mano.
Sono davvero tutti sbagliati, Signore?

Le tue parole sono perentorie: o Dio o la ricchezza.
Non si puรฒ esser servi in contemporanea di due padroni cosรฌ diversi.
Forse รจ questione di prospettiva:
chi mira alla ricchezza ha uno sguardo limitato
perchรฉ guarda soltanto alla propria vita;
chi mira a Dio vede molto piรน lontano,
dove la solidarietร  conta e il tempo รจ eterno.

Chi vede lontano intuisce che un giorno, forse piรน vicino del previsto,
i poveri pretenderanno la loro fetta della torta delle risorse terrestri,
i giovani rivendicheranno il diritto di riprendersi il futuro,
gli onesti si solleveranno contro ogni tipo dโ€™ingiustizia.

Ben prima che ce lo chieda tu,
il mondo stesso ci chiederร  il conto delle nostre ricchezze.
Se sono nate dalla corruzione, dalla menzogna, dal privilegio,
qualcuno avrร  ragione ad additarci come sanguisuga dellโ€™umanitร .

Se sono nate dal lavoro costante e corretto,
ma sono rimaste impigliate nelle sole nostre mani,
saranno piรน difficili da abbandonare nel momento del distacco.
Se sono state offerte e condivise,
saranno un tesoro di riconoscenza e gioia
nel fiorire delle vite concrete di chi ne ha beneficiato.

Se poi avremo imparato dalla tua Parola
a nascondere agli occhi umani la nostra mano generosa
sapremo che il tesoro sarร  presso di te,
e nessuno ce lo potrร  mai portare via.

Servi di Dio o della ricchezza?

Leggendo il Vangelo di Luca non possiamo aver dubbi: per Gesรน la ricchezza รจ pericolosa e malvagia. ยซGuai a voi, ricchi perchรฉ avete giร  la vostra ricompensaยป (6,24); ยซQuantโ€™รจ difficile per quelli che possiedono ricchezze entrare nel regno di Dio. รˆ piรน facile che un cammello passi per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dioยป (18,24-25); ยซHa rimandato i ricchi a mani vuoteยป (1,53); ยซA quelle parole divenne molto triste, perchรฉ era molto riccoยป (18,23). Il contesto sociale del territorio dove Gesรน operava presentava una larghissima differenza tra pochi ricchi – spesso disonesti – e la maggioranza che viveva dello strettissimo necessario, alla mercรฉ dellโ€™insicurezza naturale legata ad agricoltura, pesca e pastorizia, e delle richieste esose del potente di turno.
Il progresso umano ha consentito, specie nellโ€™ultimo secolo, di allargare le possibilitร  economiche a gruppi sempre piรน ampi di esseri umani. Un Dio che รจ Amore non puรฒ dispiacersi di tutto ciรฒ. Tuttavia dovremmo sempre chiederci se con le nostre scelte stiamo seguendo e servendo Dio oppure la ricchezza. Se il nostro obiettivo รจ lโ€™accumulo di beni o di affetti, di piacere personale o di amore reciproco. Se tutto quello che possediamo ci รจ veramente necessario, oppure potrebbe essere piรน utile a qualcun altro.
Se poi dovessimo accorgerci che il nostro guadagno nasce dalla diso-nestร , dalla violenza, dallโ€™ingiustizia, allora sarebbe doveroso il cam-biamento, per il rispetto della vita dei nostri fratelli, dei nostri figli, del-la nostra stessa dignitร . La corsa alla ricchezza nella storia ha spesso avuto il potere di distruggere lโ€™umanitร . Non dimentichiamolo mai.

Il Rosario

Recitare il Santo Rosario รจ molto semplice. Potrebbe sembrare complicato all’inizio, ma, dopo che uno l’ha recitato una o due volte, tutto diventa molto facile. Infatti รจ molto piรน difficile spiegare come si fa a dire il Rosario che recitarlo di fatto.

La parola Rosario ha due significati principali. Un significato si riferisce all’oggetto fisico (che chiameremo corona), che si compone di una serie di grani di alcuni leggermente separati dagli altri, e da grani piรน ravvicinati, una medaglia o crocera e una croce: l’altro importante significato si riferisce alla preghiera, per recitare la quale si usa l’oggetto stesso.

L’oggetto fisico non รจ indispensabile per recitare la preghiera del Rosario, ma i grani sono un’ottima guida. Inoltre la corona, se รจ benedetta, รจ un oggetto sacro, la cui presenza nella casa di qualcuno o in tasca รจ, in un certo senso, un aiuto allo stato di continua preghiera a Gesรน per mezzo di Maria.

Quando preghiamo il Rosario, partiamo dalla croce della corona, diciamo una preghiera, quindi ci muoviamo sul primo granello e diciamo un’altra preghiera; quindi continuiamo in questo modo fino a che non siamo passati attraverso tutti i grani. (Non importa se ci muoviamo da destra a sinistra o da sinistra a destra).

Il Santo Rosario รจ composto da 20 Misteri della vita di Gesรน e di Maria divisi in quattro serie. Essi sono: (1) i misteri gaudiosi, (2) i misteri luminosi, i misteri dolorosi, e (4) i misteri gloriosi. Dovremmo come contemplare con uno sguardo questi misteri che abbracciano tutta la vita di Gesรน trasmessa dal Vangelo, il Santo Rosario infatti รจ una preghiera evangelica per eccellenza.

Il Papa ci raccomanda che ognuno preghi tutto il Santo Rosario (composto dai 20 misteri) ogni giorno. Chi non potesse, potrebbe recitare le rispettive serie di misteri nei giorni della settimana indicati sempre dalla recente riforma del Rosario).

Storia del mese Mariano

Incomincia nel medioevo con il tentativo di cristianizzare le feste pagane in onore della natura e della dea Maia che in onore della natura in fiore vi regnava nel rituale pagano. Evocando la Madonna, la creatura piรน alta, si potevano unire insieme i temi della natura e della Santa Vergine.โ€Fin dal secolo XIIโ€, scrive โ€œCardini,โ€ i filosofi di Chartres avevano rielaborato il concetto di natura incarnandolo in una allegoria che per molti aspetti, ricordava la Magna Mater.

Il primo ad associare la Madonna al mese di Maggio fu Alfonso X, detto il Saggio Re di Castiglia e Leon (secolo XIII), che la celebrava in Las Cantigas de Santa Maria: Rosa delle rose, fiore dei fiori, donna fra le donne, unica signora, tu luce dei santi e dei cieli via. In una cantiga dedicata alle feste di maggio, vede nella devozione a Maria il modo per coronarlo e santificarle nella gioia.

La pratica delle prime devozioni risale tuttavia al secolo XVI quando si cominciรฒ a reagire allo spirito rinascimentale giudicato troppo paganeggiante: sicchรฉ il mese di maggio assunse anche carattere riparatore.

A Roma fu San Filippo Neri a delineare il futuro mese mariano insegnando ai giovani ad ornare di fiori lโ€™immagine della Vergine nel mese di maggio, a cantar lodi in suo onore e a compiere atti di virtรน e mortificazione.

Un secolo dopo, e precisamente nel 1677, il movimento di Fiesole, in una terra dove era vivissima la tradizione del Calendimaggio, fondรฒ una specie di confraternita detta Comunella.โ€œEssendo giunte le feste di Maggioโ€, riferisce la cronaca dellโ€™archivio di San Domenico, e sentendo noi il giorno avanti molti secolari che incominciavano a cantar maggio e far festa alle creature da loro amate, stabilimmo di volerlo cantare anche noi alla santissima Vergine Mariax. e che non era dovere che noi ci lasciassimo superare dai secolari.

Si incominciรฒ con il Calendimaggio, poi si aggiunsero le domeniche e infine tutti i giorni del mese. Si cantavano le litanie lauretane, sโ€™incoronava la statua della Vergine con rose e le si offriva, alla fine del mese, un cuore dโ€™argento. Sicchรจ alla โ€œregina della Primaveraโ€ si contrappose laโ€ regina del cielo.โ€

Queste pratiche fiorirono in tutta la penisola e la devozione a Maria cresceva. La formalizzazione del mese di Maggio รจ dovuta perรฒ al padre Gesuita Dionisi con il suo mese di Maria, pubblicato nel 1725 a Verona, dove si suggerisce di compiere le pratiche devozionali in casa o in luogo di lavoro, davanti ad un altarino della Madonna, con preghiere. rosario e litanie, fioretti e giaculatorie e con lโ€™offerta alla fine del mese, del proprio cuore alla Madre di Dio.

Don Giuseppe Peligni, di ritorno dalle carceri napoleoniche sciolse quel voto fatto alla Madonna, ed istituรฌ a Maggio del 1814 il mese mariano adottando il libricino del gesuita padre Alfonso Muzzarelli, dove di propri pugno aggiunge. Oggi dal 1 Maggio la madonna domina il suo popolo dalla cima di una scalinata di fiori.

MARIA NELLA NOSTRA VITA

ยซLa presenza di Maria nella vita quotidiana del Popolo di Dio รจ soprattutto una presenza maternaยป. Giovanni Paolo II

Maria, secondo il disegno di Dio, ha un’importanza ed un influsso fondamentali nella nostra vita di redenti. Ella รจ stata asยญsociata in modo meraviglioso alla Redenzione ed ha preso largamente parte attiva ai Miยญsteri Divini generando Gesรน nel suo seno, doยญnandogli il Corpo e il Sangue che doveva ofยญfrire per noi e divenendo allo stesso tempo Madre di Dio e Madre nostra. Quale Ancelยญla dell’Eterno Amore nella nostra salvezza, รจ la custode e la maestra delle nostre anime, ci insegna ad amare Gesรน e, come suoi figli, ci tiene costantemente sotto il suo amorevoยญle influsso.

In Lei piรน che in ogni altra creatura, Dio รจ sorgente di vita. In Lei ha profuso tutta la sua luce e tutto il suo amore perchรฉ, a sua volta, li trasmetta a noi. Si puรฒ dire che Maยญria รจ il vaso spirituale delle grazie divine fiยญno a traboccarne, affinchรฉ, madre generoยญsa, ce ne faccia partecipi. Anche Lei, come Gesรน, nella sua misura รจ amore che si dona lo Spirito Santo, adombrando Maria sua sposa, produsse il suo capolavoro: il Dio Inยญcarnato, e continua, con la sua collaborazioยญne, a formare le membra del Corpo Mistico di Cristo. Si potrebbe anche affermare che lo Spirito Santo, piรน trova Maria nel nostro cuore, piรน diventa operante in noi.

L’influenza di Maria su di noi, essendo ella intimamente unita a Cristo Mediatore, si traยญduce in una preghiera sovrana ed efficace, che diventa potenza tutta protesa a realizzaยญre in noi il Regno di Dio. Per comprendere ancora meglio l’influsยญso di Maria nella nostra vita dobbiamo teยญner presente che ella รจ nostra madre, che ci concepisce e genera alla vita divina analogaยญmente alla vita che, nell’ordine temporale, ci dona la madre terrena. La sua presenza รจ costante e vigile sull’intera cristianitร , che ella protegge nelle diverse fasi della vita cosรฌ agiยญtata, provvedendo ai suoi bisogni e rispondendo ai suoi appelli. Ella ha ricevuto da Dio un potere immenso per esercitarlo a nostro beneficio con azione forte e tenera allo stesยญso tempo. In modo discreto, dolce, delicato si insinua in noi per condurci a salvezza. La sua azione visibile ed insostituibile e la sua influenza materna sono una delle piรน sicure realtร  della Chiesa Cattolica.

Maria รจ nelle nostre anime perchรฉ ci ama e si preoccupa per noi. No, la Vergine non รจ lontana da noi, isolata nel suo nimbo di gloria. La sua preยญsenza nella nostra vita non รจ un fatto eccezioยญnale, non bisogna pensare alla sua immagiยญne troppo privilegiata, sublime e glorificata. Ella invece conosce tutto di noi, sia per diviยญna illuminazione, sia perchรฉ ha percorso le stesse vie che noi percorriamo nel mondo. Umile, povera, perseguitata, donna del doloยญre, visse affinchรฉ si compisse la Redenzione e la Giustizia di Dio nei popoli. Furono poยญche le sue gioie, immensi i suoi dolori e coยญnobbe la persecuzione, l’esilio, la fame. Elยญla superรฒ le difficoltร  della vita chinandosi umilmente al Mistero e alla Volontร  di Dio.

E’ per questo che non vi รจ stato o condizione sociale, in cui veniamo a trovarci, dove ella non possa esserci di luminoso esempio ed aiuto.

Il Concilio Vaticano II ci stimola a porci questa domanda: Qual รจ il significato di Maยญria nella nostra vita? E risponde: Maria deยญv’essere una realtร  per ciascuno di noi e non un ideale lontano e irraggiungibile. Se cosรฌ non fosse sarebbe come falsare la dolce sua immagine di Madre di Dio e Madre nostra. Non dunque la Madre di Dio solo da veneยญrare ed implorare nel momento della necesยญsitร , ma la Madre a noi vicina, modello e stiยญmolo di vita cristiana.

Sforziamoci di conoscere Maria e scopriยญremo che รจ lo specchio delle attese del noยญstro tempo, scopriremo che le gioie, le speยญranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, sono pure le gioie, le tristezze e le speยญranze della Madre di Gesรน. Ci convincereยญmo anche che, se sapremo amarla ed imitarยญla, Maria sarร  il punto di riferimento e di soยญstegno per percorrere con piรน sicurezza e gioia la nostra via terrena, perchรจ sarร  Lei a prenderci per mano e a condurci al suo Gesรน.

LA STORIA DEL SANTO ROSARIO

Il rosario, un percorso di fede e di spiritualitร  di un intero popolo.

La storia del Rosario si puรฒ descrivere come un cammino di fede e di spiritualitร , che vede coinvolto tutto un popolo, il popolo di Dio appunto, nelle sue molteplici componenti laicali ed ecclesiali, popolari, in un rapporto stretto tra devozione popolare e cultura biblico – teologica.

Lโ€™origine della vita del rosario sembra risalire alle VIII secolo, allorquando i monaci, spesso analfabeti, come era comune a quei tempi, espressero il desiderio di poter partecipare alla preghiera della chiesa.

Non conoscendo il latino, anzichรฉ recitare tutto il Salterio, composto da 150 Salmi e cardine della Liturgia delle Ore, i monaci sostituirono a tale preghiera la recita per 150 volte del Padre Nostro. Allโ€™inizio del XII secolo avvenne, in particolare in occidente, una prima trasformazione dovuta al culto mariano, con lโ€™introduzione della prima parte dellโ€™Ave Maria. Un secolo piรน tardi il monaco certosino Enrico Kalkar sostituรฌ definitivamente i 150 Padre Nostro con le Ave Maria, suddividendole in decine e inserendo un Padre Nostro tra una decina e lโ€™altra.

Nel frattempo il Rosario acquistรฒ sempre piรน importanza e diffusione, soprattutto grazie ad un nuovo ordine religioso mendicante, i โ€œDomenicaniโ€, fondato da San Domenico, considerato da alcuni il vero inventore del Rosario. Successivamente si iniziรฒ a suddividere le 150 Ave e Pater in gruppi di 50, in ambito certosino, e si inserรฌ un altro elemento che da allora diventerร  fondamentale per la preghiera: il โ€œmisteroโ€. Il mistero, tratto da temi evangelici o della tradizione della chiesa permetteva e permette di penetrare i punti essenziali della storia della Salvezza attraverso il dialogo tra lโ€™anima e Dio. Piรน tardi, anche per evitare una eccessiva proliferazione, nel โ€˜400 tali misteri furono scelti e precisati, forse da Alberto da Castello.

Nel XVI secolo, San Pio V, domenicano, attraverso la bolla โ€œConsueverunt romani pontificesโ€ del 1569 definรฌ e precisรฒ la preghiera del Rosario e, dopo la vittoria di Lepanto contro i Turchi, consacrรฒ il mese di ottobre al rosario e il 7 ottobre quale Madonna della Vittoria, successivamente trasformata da Gregorio XIII in Madonna del Rosario. Dopo questo lungo cammino multi secolare, le apparizioni mariane sembrano confermare questa preghiera quale strumento privilegiato di dialogo tra Maria e i Suoi figli. In particolare sono da ricordare le apparizioni a Lourdes e a Fatima. In questโ€™ultima lโ€™angelo insegnรฒ ai tre pastorelli portoghesi la preghiera che attualmente si recita al termine di ogni decina.

In materia di preghiera del rosario si sono espressi ancora altri papi, con encicliche, lettere apostoliche, esortazioni ed inviti a pregare col rosario. Da ultimo Giovanni Paolo II, con la lettera apostolica โ€œRosarium Verginis Mariaeโ€ del 6 ottobre 2002, riprendeva i temi di carattere teologico spirituale, e di tradizione mariana, integrandoli con lโ€™inserimento di 5 nuovi misteri della vita di Gesรน, chiamati โ€œMisteri della Luceโ€.

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